In questa guida vediamo cosa sono i fringe benefits e come possono essere utilizzati da una startup per attrarre talenti.
Solitamente i fringe benefits vengono inseriti all’interno di un piano di welfare aziendale, con l’obiettivo di aumentare la soddisfazione dei dipendenti all’interno dell’azienda.
Cosa sono i fringe benefits
Un fringe benefit è una forma di retribuzione non in denaro che un datore di lavoro corrisponde a un dipendente.
La retribuzione in benefits è esente da imposte, anche se è comunque necessario che venga inserita in busta paga, pur essendo un pagamento in beni e servizi.
La maggior parte delle grandi aziende ha dei piani welfare predisposti per aumentare la soddisfazione dei dipendenti e per attrarre nuovi talenti, mentre nelle startup e nelle PMI, che di solito hanno meno potere di spesa, è più raro che i dipendenti abbiano un piano di benefit.
Per questo offrire a dei potenziali candidati alcuni benefit potrebbe aumentare l’attrattività verso quei talenti che possono fare la differenza.
Andiamo a vedere alcuni esempi di benefits!


Esempi di fringe benefits
Un esempio tradizionale di fringe benefit è l’auto aziendale.
L’azienda fornisce al lavoratore un’auto che potrà essere utilizzata sia per motivi di lavoro che per viaggi personali.
In questo caso si parla di uso dell’auto per uso promiscuo e il benefit concorre alla formazione del reddito del dipendente. (vedremo il calcolo nel paragrafo successivo)
Un altro esempio di fringe benefit sono i buoni pasto, che invece non sono soggetti a tassazione:
- fino a 4€ al giorno se cartacei;
- fino a 8€ al giorno se digitali.
Ovviamente anche la mensa aziendale non è soggetta ad alcun onere e potrebbe essere un benefit importante per i dipendenti.
L’azienda può inoltre assegnare dei benefit ai dipendenti tramite voucher, che i dipendenti possono utilizzare per servizi alla persona e alla salute, come ad esempio:
- Assicurazioni;
- Asilo nido;
- Palestra;
- Dentisti.
Questi voucher devono essere utilizzati solo dall’intestatario senza la possibilità di monetizzarli o cederli ad altri.
Una eccezione riguarda i beni e servizi che non superano i 258,23€ nell’anno in corso, che non sono tassati e che il lavoratore può cumulare all’interno di 1 unico voucher.

Esempi di tassazione dei fringe benefits
L’utilizzo delle auto per uso promiscuo viene in parte tassato in base a un valore convenzionale definito dalle tabelle ACI e dall’emissione di CO2 del veicolo.
Nello specifico:
- Se le emissioni non superano i 60 grammi per Km il valore convenzionale sarà pari al 25% del costo per 15 mila Km;
- Tra 61 e 161 grammi per km la percentuale salirà al 30%;
- Le emissioni comprese tra 161 e 190 grammi per km comporteranno una percentuale pari al 40% (dal 2021 passerà al 50%);
- Per le autovetture che emettono Co2 dal 191 grammi per km in poi, il valore da assumere per il calcolo di tasse e contributi è pari al 50% (60% dal 2021) del costo per 15 mila km.
Vediamo un esempio pratico.
Se un dipendente ha assegnata un’Alfa romeo Giulia 2.2 TD, il costo per 15.000 Km è di circa 8.755€, in base alle tabelle ACI.
La tassazione sarà 2.189,03€, pari al 25% del costo per 15.000 Km, considerando emissioni che non superano i 60 grammi per Km.
Utilizzare i fringe benefits come leva per un neo assunto
Avere a disposizione una serie di fringe benefits da proporre in sede di colloquio è fondamentale per rendere più appetibile l’azienda.
Quindi il consiglio è di predisporre da subito una politica di benefit aziendali, che possono essere legati o meno ad obiettivi specifici da raggiungere.
Inoltre è fondamentale avere chiaro che la maggior parte di questi benefit non prevede una tassazione e che, di conseguenza, rappresenta una retribuzione per il dipendente con un costo minore per l’impresa e per il dipendente rispetto alla paga tradizionale.
Come attivare i fringe benefits
I fringe benefits vengono solitamente attivati dal Consulente del Lavoro, che predispone una serie di incontri tra dipendenti ed azienda per trovare l’accordo sui benefit (prenota una consulenza gratuita).
I benefit vengono così inseriti in busta ai dipendenti, e in base alla tipologia, possono essere sfruttati dal dipendente mensilmente o solamente al sopraggiungere di determinate condizioni.
I buoni pasto, ad esempio, possono essere utilizzati dal dipendente non appena accreditati, sia in formato cartaceo che digitale.